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Inquinamento Digitale: cos’è, cause e impatto della Digital Pollution

Viviamo in un’era in cui il digitale è onnipresente, ma raramente ci soffermiamo a pensare al suo vero impatto ambientale. L’inquinamento digitale, o digital pollution, è un fenomeno che merita la nostra attenzione, e la merita ora. Ma cosa si intende esattamente con questo termine e perché è così importante discuterne?

Cos’è l’inquinamento digitale?

Il termine “inquinamento digitale” si riferisce all’impatto ambientale causato dalle tecnologie digitali e dalle infrastrutture che le supportano. Questo include tutta una serie di attività: dalle emissioni prodotte dai data center che ospitano i nostri dati al consumo energetico dei dispositivi elettronici che usiamo quotidianamente, come cellulari, computer, tablet e smart tv.

 

Digital Pollution: una panoramica

Quando parliamo di digital pollution, ci riferiamo a un insieme di emissioni di CO2 e altri gas serra prodotti dall’uso di internet, dispositivi elettronici e tecnologie informatiche. Ogni email inviata, ogni video guardato in streaming e ogni richiesta fatta ad un motore di ricerca (o spesso, ad un chatbot A.I., che consuma ancora di più) contribuisce a questo tipo di inquinamento.

Sebbene l’inquinamento digitale non sia visibile ad occhio nudo come lo smog nelle nostre città, i suoi effetti sono altrettanto reali e preoccupanti. La produzione e lo smaltimento di dispositivi elettronici, ad esempio, comportano un elevato consumo di risorse e la generazione di rifiuti elettronici.

 

Cause dell’inquinamento digitale

Le cause dell’inquinamento digitale sono molteplici e spesso interconnesse tra loro. Ecco alcune delle principali fonti inquinanti che, più o meno consapevolmente, alimentiamo durante la nostra vita digitale quotidiana.

Data center e server

I data center sono enormi strutture che ospitano migliaia di server, necessari per conservare e processare i dati digitali. Questi centri richiedono una quantità significativa di energia per funzionare e raffreddare le apparecchiature, contribuendo in modo rilevante alla quota di emissioni globali di CO2.

La questione riguarda soprattutto la quantità di informazioni immagazzinate da questi data center. Più informazioni immagazzinate portano ad un maggiore consumo, generando un’altissima richiesta di energia elettrica e, di conseguenza, immettendo nell’atmosfera una grande quantità di gas serra.

quanto inquina consuma un data center

Nel 2023, i data center sparsi per il mondo hanno consumato il 3% della domanda mondiale di elettricità e prodotto il 2% delle emissioni totali di gas serra. Ma il dato più preoccupante è che le previsioni per il futuro vengono costantemente aggiornate al rialzo, con in consumo di elettricità che, entro il 2030, salirà di un altro punto percentuale fino ad arrivare a rappresentare il 4% della domanda globale (fonte: Data Centre Magazine)

Emissioni da traffico internet, social e video streaming

L’uso massiccio di internet genera una quantità sorprendente di emissioni. Secondo un report dell’International Energy Agency, guardare un’ora di video in streaming su Netflix comporta emissioni di 36g di CO2. Considerando che, secondo Statista, nel corso del 2022 i cittadini U.S.A. hanno speso esattamente 61,3 minuti al giorno su Netflix, il calcolo dell’emissione totale (moltiplicando per il numero totale di utenti della piattaforma negli Stati Uniti, circa 70 milioni) inizia a fare paura.

Lo stesso discorso è applicabile anche ai social media: lo stesso studio ha evidenziato che nel 2022 i cittadini statunitensi hanno passato 52 minuti al giorno su TikTok, con le previsioni in aumento fino a 58,4 per il 2024. Va sottolineato inoltre che questo dato tiene conto solo degli utenti sopra i 18 anni: se venisse considerata anche la fascia d’età 14-17 anni, probabilmente, questi dati risulterebbero nettamente più alti.

Ciclo di vita dei dispositivi elettronici

Dalla produzione allo smaltimento, i dispositivi elettronici attraversano varie fasi che comportano un elevato consumo di risorse e produzione di rifiuti. Ogni fase del ciclo di vita di un dispositivo, dalla produzione alla distribuzione, utilizzo e smaltimento, contribuisce ad aumentare l’inquinamento digitale.

Considerando che nel 2023 il numero di smartphone attivi a livello mondiale è di 6.8 miliardi (l’85% della popolazione) e che in media il ciclo di vita di uno smartphone varia dai 3 ai 5 anni, questo numero continuerà ad aumentare.

rifiuti digitali elettronici digital waste

 

Impatti dell’inquinamento digitale sulla salute e sull’ambiente

L’inquinamento digitale alimenta il cambiamento climatico, che a sua volta ha effetti negativi sulla salute umana e sugli ecosistemi. L’aumento delle temperature, eventi meteorologici estremi e l’inquinamento dell’aria sono solo alcuni degli effetti collaterali del cambiamento climatico indotto, tra le altre cause, proprio dall’inquinamento digitale.

 

CO2 equivalente e il suo calcolo

Per comprendere meglio l’impatto dell’inquinamento digitale, è importante capire cosa si intende per CO2 equivalente e come viene calcolato.

Cos’è la CO2 equivalente?

La CO2 equivalente è un’unità di misura che permette di comparare l’impatto di diversi gas serra basandosi sul loro potenziale di riscaldamento globale (GWP, dall’inglese global warming potential). Questa misura viene utilizzata per quantificare e confrontare le emissioni di diversi gas serra in termini di impatto climatico equivalente alla CO2.

Metodi per calcolare la CO2 equivalente

Il calcolo della CO2 equivalente può essere complesso, poiché richiede l’analisi di diverse fonti di emissioni. Ad esempio, per calcolare l’impatto di un dispositivo elettronico, è necessario considerare le emissioni generate durante la produzione, l’uso e lo smaltimento del dispositivo.

Online sono disponibili diversi portali che permettono di calcolare la CO2 Equivalente con una precisione variabile, ma la scelta migliore è spesso quella di affidarsi ad un partner specializzato. Nel nostro quotidiano, però, ci sono diverse abitudini utili che possiamo sviluppare in autonomia, senza l’aiuto di nessuno, per abbassare il nostro impatto. Vediamone alcune.

 

Strategie per ridurre l’inquinamento digitale

Ecco alcuni suggerimenti utili per ridurre il nostro inquinamento digitale e contribuire a un ambiente più sano, sia mentre siamo a lavoro che nel tempo libero.

Ridurre e ottimizzare le email

Invece di inviare email non necessarie, possiamo sfruttare l’opportunità per includere informazioni aggiuntive, domande o richieste in un’unica mail, riducendo così il numero di messaggi. Nelle nostre email, cerchiamo di allegare solo file di piccole dimensioni, utilizzando laddove necessario strumenti di compressione o il cloud.

Esaminiamo la nostra casella di posta alla ricerca di quelle newsletter che non leggiamo da un po’, che non ci interessano più, o che semplicemente in un certo periodo non abbiamo tempo di leggere. Una volta fatta l’analisi, disiscriviamoci da tutte quelle che non ci interessano. Questo aiuta a ridurre il volume di email non necessarie e abbassare l’impatto.

Disinstallare applicazioni non utilizzate

Se ci sono app che non utilizziamo mai, disinstalliamole. Manteniamo solo le app che usiamo effettivamente, risparmiando risorse del dispositivo e riducendo il consumo energetico.

Evitare il salvataggio automatico delle foto (e dei video) nelle chat

Disattiviamo il salvataggio automatico delle foto nelle app di messaggistica come WhatsApp. Questo mantiene il dispositivo più leggero e risparmia spazio.

Contestualmente, se incontriamo email vecchie, file obsoleti, foto e documenti che non sono più utili, cerchiamo di eliminarne il più possibile. Una regolare pulizia digitale contribuisce a ridurre l’impatto ambientale.

Preferire i messaggi di testo ai messaggi vocali

Inviare messaggi di testo anziché vocali riduce l’uso di dati e l’impatto ambientale, poiché i messaggi vocali sono più pesanti e richiedono più risorse per essere trasmessi.

Durante le videocall, spegnere la telecamera quando non necessario

Preferire l’audio rispetto al video durante le videoconferenze può ridurre significativamente l’impatto ambientale. Secondo uno studio di Greenspector, un minuto di videoconferenza audio consuma il 53% in meno di energia rispetto alla videoconferenza con telecamera attivata.

Scegliere fornitori sostenibili

A livello aziendale, scegliere i giusti fornitori può avere un impatto decisivo sulla carbon footprint e sulle emissioni generate dal proprio lavoro.

Pensando anche a tutte le attività di comunicazione (sia digitali che fisiche) che un’azienda potrebbe voler implementare, anche il ruolo delle agenzie creative va indagato e messo in discussione: spesso ciò che conta sono i benefici in termini di visibilità e ritorno sull’investimento, ma ci si chiede mai, guardando l’altra faccia della medaglia, quale sia il costo per l’ambiente?

Proprio a partire da questa riflessione, Propaganda3 ha messo a punto un approccio che fa della tutela delle risorse e della trasparenza i suoi marchi di fabbrica: ci impegniamo per trovare il modo più green per sviluppare un certo progetto, e utilizzando la metodologia LCA (Life Cycle Assessment), misuriamo e condividiamo con il cliente l’impatto ambientale di ogni evento, prodotto o servizio che realizziamo​​. Visita la sezione dedicata per scoprire di più sul nostro ecodesign.

 

Il Futuro dell’inquinamento digitale

Il futuro dell’inquinamento digitale è influenzato da diverse tendenze e previsioni. Da un lato, l’uso crescente dell’intelligenza artificiale e delle altre nuove tecnologie avanzate potrebbe aumentare il consumo energetico. Tuttavia, queste stesse tecnologie potrebbero offrire nuove soluzioni per ridurre l’impatto ambientale, ottimizzando l’efficienza energetica e migliorando la gestione delle risorse.

Parallelamente, la consapevolezza dell’impatto ambientale del digitale sta crescendo, accompagnata dall’introduzione di normative sempre più severe.

In questo contesto, i governi svolgono un ruolo cruciale. Attraverso incentivi, regolamentazioni e campagne di sensibilizzazione, possono promuovere la sostenibilità digitale su larga scala. Le politiche governative mirate a ridurre l’impatto ambientale del settore tecnologico possono infatti stimolare l’adozione di pratiche sostenibili sia a livello aziendale che individuale, contribuendo a rallentare il cambiamento climatico e a creare un futuro più sostenibile.

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