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L’AI e ciò che non sappiamo sul suo impatto ambientale, etico e di privacy

Guardiamoci intorno: ormai l’intelligenza artificiale è ovunque. Dai chatbot alle immagini generate in pochi secondi, fino ai sistemi di riconoscimento facciale, questa tecnologia sta rivoluzionando il nostro modo di vivere e lavorare. Eppure, nonostante i suoi incredibili progressi, ci sono aspetti di cui si parla ancora troppo poco, tra cui il suo impatto ambientale, le implicazioni etiche e i rischi per la privacy. Ma la lista potrebbe essere molto più lunga.

Attenzione: non vogliamo far passare il messaggio che l’AI sia il nemico. L’intelligenza artificiale ci è amica, perché ci permette di eseguire compiti complessi in pochissimo tempo. Oppure, ci è utile perché può aiutarci a sviluppare una nostra idea e ad allargare gli orizzonti. Ma senza prima avere la risposta a certe domande – le nostre chat con l’AI vengono registrate? Quanto inquina chiedere “cosa posso mangiare a cena stasera” a ChatGPT? Sono sicuro che le informazioni che l’AI mi ha fornito siano corrette e validate? – forse usare l’AI per rispondere a qualsiasi nostra curiosità non è proprio una scelta consigliabile.

 

Intelligenza artificiale (AI) e ambiente: un costo nascosto

Parlare di intelligenza artificiale significa spesso parlare di efficienza, progresso e ottimizzazione. Ma abbiamo mai pensato al prezzo che deve pagare il nostro pianeta? Il funzionamento di questi sistemi richiede un’infrastruttura imponente, che consuma energia e risorse naturali. La questione non è tanto se l’AI sia sostenibile o meno, ma quanto e come possiamo ridurre il suo impatto.

Consumo energetico e emissioni di CO2

Ogni volta che chiediamo a un modello di AI di generare un testo o un’immagine, dietro le quinte avviene un’operazione complessa che richiede potenza di calcolo. Per anni, si è parlato del fatto che l’addestramento di un grande modello linguistico potesse emettere fino a 300 tonnellate di CO2, equivalente alle emissioni di cinque auto nell’arco della loro vita utile, in seguito alla pubblicazione di uno studio dell’Università del Massachusetts Amherst.

Tuttavia, un nuovo articolo pubblicato su TechCrunch (gennaio 2025) suggerisce che l’AI potrebbe non essere così energivora come si pensava inizialmente. Secondo la ricerca, molte stime precedenti non consideravano i recenti miglioramenti nell’efficienza dei data center e l’uso crescente di energie rinnovabili per alimentare le infrastrutture di AI.

La verità dove sta? Al momento, non lo sappiamo. Probabilmente nel mezzo, perché i metodi utilizzati dalle compagnie per estrarre questi dati non sono esplicitati chiaramente. Ciò che sappiamo, però, è che il maggiore impatto è quello che viene generato dietro le quinte, e in particolare, nei data center.

data center AI consumo energetico

 

Consumo d’acqua: il lato ignorato

Aprire il capitolo sui data center ci spinge ad andare oltre anche al consumo di elettricità. I data center che alimentano i modelli di AI hanno bisogno di enormi sistemi di raffreddamento per evitare il surriscaldamento delle macchine. La maggior parte utilizza acqua per questo scopo, e il risultato è sorprendente, in negativo: una semplice email di 100 parole generata da ChatGPT-4 può consumare più di mezzo litro d’acqua.

Se moltiplichiamo questo dato per i milioni di interazioni giornaliere fatte dagli utenti sparsi per il mondo, il consumo idrico diventa una questione molto, molto seria.

Energie rinnovabili e possibili mitigazioni

La buona notizia è che – almeno sulla carta – esistono alcune soluzioni. Le energie rinnovabili, le ottimizzazioni dei processi di computing… la lista è lunga.

Il vero problema – come accennavamo in precedenza – è che molte aziende non rendono pubblici i loro dati sui consumi, lasciando un vuoto di trasparenza che impedisce una valutazione oggettiva dell’impatto dell’AI. Ma l’impatto sull’ambiente non è l’unico lato oscuro dell’AI.

 

Privacy: un bene in pericolo?

L’intelligenza artificiale ha aperto le porte a un nuovo modo di raccogliere e analizzare i dati. Questa capacità di elaborazione è affascinante, ma porta con sé anche rischi significativi. La protezione della privacy – sarebbe inutile girarci intorno – è una delle questioni più critiche legate all’AI.

Protezione dei dati personali

Chi controlla i dati che forniamo ai modelli di intelligenza artificiale? La Raccomandazione sull’Etica dell’IA dell’UNESCO sottolinea la necessità di regolamentazioni chiare per evitare abusi. Molti strumenti AI raccolgono e utilizzano dati personali senza che l’utente ne sia pienamente consapevole. E questo pone interrogativi sul loro utilizzo futuro.

GDPR e regolamentazione

L’Unione Europea sta cercando di porre un freno ai rischi con l’AI Act, un insieme di norme pensate per garantire un uso etico dell’intelligenza artificiale. Ma si teme una sovrapposizione con il GDPR, il regolamento sulla protezione dei dati, che potrebbe generare confusione e lacune normative. Anche qui, i confini sono sottili.

ai act privacy impatto ambientale etico

 

Etica e AI: chi è responsabile?

Se un’intelligenza artificiale prende una decisione sbagliata, chi ne risponde? L’assenza di responsabilità diretta è una delle maggiori sfide che l’AI pone sul piano etico.

Bias e discriminazione

I modelli di AI non sono neutrali. Essendo addestrati su enormi quantità di dati, possono ereditare pregiudizi presenti nelle informazioni di partenza. Questo può portare a discriminazioni involontarie, da una semplice risposta che offre una visione parziale ad un sistema di selezione del personale che penalizza determinati gruppi sociali.

Etica by design (Ethics by Design, o EbD)

Un possibile rimedio è l’etica by design, ovvero integrare considerazioni etiche fin dalle prime fasi di sviluppo dell’AI. Ciò significa rendere trasparenti i criteri decisionali, testare i modelli per individuare pregiudizi e creare regole di accountability chiare. Ne parlammo in un articolo sul nostro MAG qualche tempo fa, partendo da una riflessione: perché acquistare un biglietto aereo è un processo così lungo e difficile?

etica AI e user experience (UX)

 

Il futuro dell’AI dipende da noi

L’intelligenza artificiale, come dicevamo, non crea problemi in automatico. Il problema è l’uso che ne facciamo senza un’adeguata formazione e consapevolezza. Da una parte, abbiamo un’opportunità straordinaria per migliorare efficienza e innovazione; dall’altra, rischiamo di creare un sistema che consuma troppe risorse, viola la privacy e amplifica le disuguaglianze.

La strada giusta in tutta probabilità sta nel mezzo: regolamentare, innovare e rendere l’AI uno strumento di progresso sostenibile e inclusivo. Nel suo piccolo, Propaganda3 cercherà di fare la propria parte. Dalla realizzazione di stand con un approccio Ecodesign ai siti web costruiti da zero per ridurre i consumi superflui (come questo), speriamo di trovare partner che, come noi, apprezzano l’innovazione ma si interessano anche alle sue conseguenze.

Ci facciamo una chiacchierata? Compila il form qui sotto e troveremo il modo più ecologico di incontrarci 😉

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