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Studio Ghibli, Miyazaki, trend e diritti d’autore: cosa sta succedendo?

Poche settimane fa, sul nostro MAG andava in onda un articolo chiamato “L’AI e ciò che non sappiamo sul suo impatto ambientale, etico e di privacy“, con l’obiettivo di fare luce sui lati più oscuri dell’intelligenza artificiale.

Come scritto, l’articolo – che potete recuperare qui – non ha l’intenzione di porsi in antitesi con l’innovazione, ma piuttosto di dare più risalto a temi troppo poco dibattuti come i consumi d’acqua dell’AI, l’inquinamento generato dai data center, e le zone grigie che si interpongono tra privacy dei dati e diritti d’autore.

E oggi, proprio sul tema dei diritti d’autore, vorremmo espandere il discorso, agganciandoci alla cultura popolare e al copyright che protegge i film dello Studio Ghibli.

hayao miyazaki studio ghibli

 

Il trend: “Studio Ghibli style” e il nuovo aggiornamento di ChatGPT

Se fino a 48 ore fa l’AI più famosa del mondo si appoggiava a DALL-E per creare immagini – peraltro con scarso risultato, tanto da essere considerata tra le “peggiori” AI per generazione di immagini – ora la situazione sembra completamente ribaltata.

ChatGPT ora permette di creare qualsiasi immagine, in qualsiasi stile, aggiungendo qualsiasi riferimento, con un livello di dettaglio e di controllo creativo mai visto prima.

Tra gli stili più sperimentati, avrete sicuramente notato online tantissime immagini ricreate “come se fossero disegnate dallo Studio Ghibli”, il famoso studio d’animazione giapponese co-fondato da uno dei registi cinematografici più rilevanti della storia, Hayao Miyazaki.

studio ghibli-inspired style meme

 

L’euforia generale provata in questi giorni, quindi, è più che comprensibile. Ma perché questo fenomeno ha suscitato anche molta preoccupazione tra gli esperti?

 

Le perplessità sul diritto d’autore e sui film Ghibli protetti da copyright

Le ragioni risiedono in un tema di cruciale importanza, sempre in auge quando si parla di AI generativa: quello della protezione del copyright e del diritto d’autore.

In particolare, gli esperti di sicurezza si stanno chiedendo come sia stato addestrato il modello di OpenAI.

sam altman openai chatgpt studio ghibli

La compagnia di Sam Altman ha utilizzato i film dello Studio Ghibli, protetti da copyright, per “insegnare” alla sua AI lo stile che li ha resi famosi? Gli sviluppatori hanno dato in pasto a ChatGPT sequenze intere di capolavori come “La Città Incantata”, “Il Mio Vicino Totoro” o “Il Castello Errante di Howl”? E se così non fosse, come ha fatto questo modello ad imparare così bene questo stile?

Queste domande restano per ora senza una risposta precisa, mentre il mondo ancora attende una dichiarazione del CEO Sam Altman o di altri esponenti di OpenAI.

Inoltre, chissà cosa ne pensa proprio il maestro Miyazaki, notoriamente contrario all’utilizzo dell’AI generativa nel cinema, tanto da rimanerne “disgustato” e pensare che gli umani stiano “perdendo la fiducia in loro stessi”.

 

Curiosità sullo Studio Ghibli ed etimologia: perché si chiama così?

L’etimologia della parola “Ghibli” è interessantissima e connette tra loro parti diversissime del mondo, partendo dalla Libia e passando per l’Italia che gioca un ruolo chiave in questa storia – prima di arrivare in Giappone per dare il nome al famoso Studio.

Ghibli infatti in origine deriva dall’arabo qiblī (“meridionale”) e indica un forte vento di sud che soffia dall’area del Sahara verso il Mediterraneo in primavera e in autunno, portando un aumento delle temperature e un abbassamento dell’umidità (fonte: Treccani). Ma cosa c’entra l’Italia?

C’entra eccome: se per i fan dell’automobilismo “Ghibli” significa immediatamente Maserati, con ben 3 modelli usciti con questo nome nel 1967, nel 1992 e nel 2013, la vera ragione per cui lo Studio Ghibli si chiama così risiede negli aeroplani. “Ghibli“, infatti, era anche il soprannome di un aereo da ricognizione italiano, il Caproni Ca.309, prodotto in Italia negli anni ’30 dall’ingegnere Gianni Caproni e pensato appositamente per effettuare operazioni nel deserto della Libia (fonte: Focus).

E proprio qui arriva Miyazaki ad ispirarsi a questo velivolo per dare il nome al suo studio.

Il regista, infatti, fin da piccolo è sempre stato un grandissimo appassionato di aerei, che non a caso compaiono spesso all’interno dei suoi film.

Ad esempio, ricordate il suo capolavoro del 1992, Porco Rosso, dove il protagonista Marco Pagot è un asso dell’Aviazione navale che guida un aereo rosso? Ecco. Guardate il nome scritto sul motore del suo aereo…

ghibli aereo italiano porco rosso

 

Come sarebbe Propaganda3 nel mondo dello Studio Ghibli?

Curiosi di sapere se un domani vedremo il nostro mondo cambiare radicalmente, come reagirà l’industria del cinema e se e quanto cambieranno le leggi sul diritto d’autore, ci siamo divertiti a giocare con i nostri vecchi post, ricreandoli secondo questo stile reso iconico dal maestro Miyazaki e dallo Studio Ghibli.

Senza nessuna pretesa di creare arte, violare leggi o sostituirci ad artisti di questa caratura, ma per un semplice gusto di sperimentazione.

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